TESTI
Apparati critici (please scroll down for the English version)
La scelta di utilizzare la pittura ha portato Lucia Lamberti ad elaborare criticamente il rapporto con la tradizione, ad affinare gli strumenti per ridefinire il presente di questo medium. Nella estetica dell’artista la pratica pittorica diviene luogo dello sconfinamento, della ibridazione tra pittura, fotografia e video, si apre ad una serie di nuove potenzialità, diventa un ipertesto, suggerisce contesti interpretativi molteplici. A volte Lamberti da immagini cinematografiche rubate in rete, la cui sgranatura è esaltata dal gesto pittorico vibratile e da una cromia delicata che dona alla scena di partenza un aspetto evanescente e onirico, stempera l’icasticità di base del gesto e la violenza della scena rappresentata. (Eugenio Viola)
La pittura di Lucia Lamberti si muove con disinvoltura tra gli spazi della quotidianità mostrando ed evidenziando le brutture concepite nell’ambito dell’interattività elettronica e dei new media in generale. Facendo propria una analytische Lektion che diventa il presupposto necessario per un nuovo razionalismo (per una nuova analiticità), Lamberti ricalca e ricalcola le smagliature del tessuto visivo contemporaneo, percorrendo criticamente alcune trame patologiche dell’immaginario collettivo per proporre un atteggiamento interpretativo – basilarmente astratto-simbolico – atto a generare riferimenti gnoseologici o a ritrovare un’arteria profanatrice dove l’elemento sacrilego è il presupposto valutativo dell’uomo moderno di fronte al marasma d’immagini e di rumori che si dislocano tra le parabole dell’attualità. (Antonello Tolve)
Lucia Lamberti adotta un metodo pittorico di forte riconoscibilità estetica. La sua pennellata netta diviene una sorta di seconda pelle che “veste” l’immagine mediatica, come se una sovrapittura sotto controllo si mettesse sopra l’immaginario di natura elettronica. I temi prescelti agiscono con atteggiamento similare, a conferma di un metodo che fonde l’artificio della forma con la natura del contenuto. Donne particolari con aria decisa, pistole in mano e sguardi che hanno coscienza critica e peso storico. Tutto è azione esplicita, bloccata nell’istante catartico, nel climax spasmodico del gesto estremo. Al contempo, l’azione fisica diviene fecondazione pittorica, vera e propria analisi del frammento, occhio mediatico dentro l’occhio multiforme della pittura. (Gianluca Marziani)
Donald Judd diceva «l’arte è una cosa che si guarda». Lucia Lamberti dipinge partendo da frames di scene televisive che blocca, fotografa e riporta con il pennello sulla tela. Il suo lavoro va oltre al soggetto cercato, alla scena riprodotta, va oltre lo choc di immagini truculente, della violenza delle fiction televisive, delle donne con la pistola e del sangue sprecato. Il suo lavoro va al di là di ciò che appare. La sua pittura, attraverso lo sguardo strabico della mano e del pennello, eleva l’immaginario e sbriciolando, frammentando e ricomponendo, si avvale del fascino dell’indagine antropologica, contravviene alla tradizione dell’attrazione, sovverte le categorie. Allora la resa finale porta in sé ciò che non appare, i suoi quadri amplificando i fenomeni sottolineano l’indefinito e decifrano l’indecifrabile. (Martina Cavallarin)
Se la tecnologia ha sviluppato una produzione ed un consumo di immagini poste sotto il segno dell’automazione e dunque dell’indifferenza, l’arte attraverso il recupero della manualità pittorica ha ristabilito il valore della discontinuità e della differenza. La tecnologia promuove un mondo visivo bidimensionale di pura informazione, la pittura restituisce alle immagini spessore e durata. L’uso della materia pittorica e delle sue vischiose sedimentazioni risponde al bisogno dell’artista di ripristinare l’antico sogno dell’arte, quello di una durata e di una persistenza dell’immagine che in termini di pura soggettività significa la rifondazione del problema dell’immortalità. Durata contro obsolescenza, spessore contro superficie, concentrazione dentro la cornice contro lo sconfinamento, l’arte contro l’estetica. Ripristinare la cornice significa rifondazione dell’intensità dell’arte, possibilità di armare l’immagine di un potere di seduzione capace di catturare lo sguardo per portarlo verso l’abbandono e il piacere. Un piacere che si consuma dentro il campo di intensità dell’opera, dentro la rete ammaliante della visione pittorica che si ammanta di molti travestimenti, che utilizza la citazione di molti riferimenti ma tutti riscritti in uno stile che non manca di dichiarare il piacere dell’artista per la capacità di rendere concreti i propri fantasmi ed astratte le evocazioni culturali. (Achille Bonito Oliva)
Critics
The decision to paint led Lucia Lamberti to analyze art’s relationship with tradition and sharpen the instruments to redefine the present of this medium. In the artist’s aesthetical sense, the act of painting becomes a place of blurring of borders and of the hybridization of painting, photography and video. It opens a series of new potentialities, it becomes a hypertext, it suggests multiple interpretations. Sometimes Lamberti presents cinematographic images stolen online, whose graininess is exalted by her fluttering painting style and a delicate chromaticism that give the first scene an evanescent and dreamlike aspect, softening the graphicness at the base of the gesture and the violence that the scene represents. (Eugenio Viola)
The painting of Lucia Lamberti moves smoothly between the spaces of everyday life, unveiling and exposing the ugliness conceived in the interactivity of electronics and of the new media in general. Doing a proper analytische lektion that becomes the reason for a new rationalism (for a new analysis), Lamberti calculates and recalculates the folds of the contemporary visual fabric, critically following a few pathological schemes of the collective image to propose an interpretative behavior – basically abstract-symbolic – which generates epistemological references or rediscovers a profane artery where the sacrilegious element is the assumed value of modern man faced with the decay of images and sounds that are displaced by modern parables. (Antonello Tolve)
Lucia Lamberti adopts a strongly recognizable painting style. Her neat strokes become a sort of second skin that “dresses” the media image, as if it were a controlled painting-over of electronic images. The themes chosen act in much the same way, furthering the concept of the method that blends the artifice of form with the nature of content. Distinctive looking women with a decisive air, pistol in hand and expressions that have critical conscience and historical weight. It is all explicit action, frozen in the cathartic moment, in the spasmodic climax of the most extreme gesture. At the same time, the physical action becomes pictorial fecundation, a real analysis of the fragment, the mediatic eye inside the multiform eye of painting. (Gianluca Marziani)
Donald Judd said that “art is something you look at”. Lucia Lamberti paints beginning with frames from television scenes that she freezes, photographs and reproduces on canvas. Her work goes beyond the subject, the scene reproduced, beyond the shock of brutal scenes, the violence of television shows, the women with pistols and the spilled blood. Her work goes beyond what is seen. Her painting, through the squinting eye of the hand and the brush, elevates the imaginary, and, crumbling it and reconstructing it, takes advantage of the fascination of anthropological research, infringing on the tradition of attraction, and subverting the order of things. Consequently, the final work shows what doesn’t appear; her work highlights the undefined and deciphers the undecipherable. (Martina Cavallarin)
If technology has developed a production and consumption of images under the sign of automation, and, therefore, indifference, art, through the revival of pictorial handiwork, has re-established the value of discontinuity and dissimilarity. Technology proposes a world that is visually two-dimensional and purely informational; painting restores depth and durability to art. The use of painting material and its viscous sediments responds to the need of the artist to return to the ancient dream of art, that of duration and persistence of image that, in terms of pure subjectivity, means the resurrection of the problem of immortality. (…) Duration vs. obsolescence, depth vs. superficiality, concentration vs. blurring, art against aesthetics. Bringing back the frame means refreshing the intensity of art and the possibility to give the image the power to seduce that is capable of capturing the eye and bringing it toward abandon and pleasure. A pleasure that is consummated in the intensity of the work, within the charming web of the pictorial vision that cloaks itself in many disguises, that cites many references, all of which are rewritten in a style that does not fail to declare the pleasure that the artist has in his capacity to make his own ghosts real, while rendering cultural evocations abstract. (Achille Bonito Oliva)